Hatshepsut, la donna che fu faraone


La regina Hatshepsut ("colei che guida le venerabili" o anche "la prima tra le nobili") viene ricordata quasi sempre in relazione al regno del figliastro Tutmosi III, uno tra i grandi faraoni che l'Egitto ebbe, formidabile guerriero; in realtà Hatshepsut era figlia di re, suo padre era il faraone Tutmosi I, aveva una dinastia alle spalle di tutto rispetto ed era lei quella di sangue reale, tanto è vero che per regnare, quello che sarà Tutmosi II, per essere legittimato nelle sue aspirazioni al trono, dovrà sposare una principessa di sangue reale, figlia di re, come Hatshepsut, infatti. Tutmosi III non è figlio di Hatshepsut, ma di Tutmosi II e di una delle sue concubine; la sua matrigna prima resse il trono in sua vece, poi, cosa inaspettata persino in un Paese libero e civilizzato come l'Egitto di quei tempi, si fece incoronare faraone, vantando le effettive ascendenze regali.

Rispettosi come erano della figura e della presenza del faraone, non solo re, ma tramite unico tra terra e cielo, tra dei e uomini (per questa è ottocentesca, romantica e ridicola la frequente ipotesi di tutte ste "ammazzitine" di faraoni come se fossero cose normali...), accettarono anche una donna sul trono, donna che per altro fu un grandissomo "sovrano", come guerriero, come capo politico, come persona di pace, che dono forza, prosperità e splendore al proprio Paese.

Di lei c'è rimasta la meravigliosa tomba, o meglio il tempio, di Deir el bahari, una delle emraviglie dell'umanita, dove il suo nome e la sua effige furono, dopo la sua morte, sfregiati e cancellati, per la damnatio memoriae con la complicità del nuovo sovrano, probabilmente.

Se nessuno ricordava il tuo nome, in quel mondo così lontano da noi, eri davvero morto.

Ora c'è chi dice che sia stata finalmente ritrovata la sua mummia.

Su Repubblica online di oggi ci sono molte foto, una delle quali ho riportato all'inizio di questo post.
Appena avrò altre notizie, le pubblicherò.
Hatshepsut, con Ramesse II, resta uno dei miei "grandi uomini" (scusate 'sta cosa...) prediletti.

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