Cernunnos è una figura di dio spesso presente nei siti archeologici ritenuti celtici, lo stesso nome "Cernunnos" significa "colui che ha le corna". E' stato ritrovato un monumento dedicato da alcuni marinai di Parigi (sotto il regno di Tiberio) con questo nome iscritto sopra la testa di un dio, con la barba da vecchio, calvo e con corna di cervo, e da queste pendono due torques. Oltre alle corna di cervo, il dio presenta anche orecchie dello stesso animale. Anche se l'accostamento del nome "Cernunnos" all'immagine del dio con le corna si ritrovi solo su questo monumento, esso è servito per identificare molte altre immagini di dèi con corna di cervo realizzate sia prima che dopo l'occupazione da parte dei romani dei territori celtici.
La figura di Cernunnos, a differenza della maggior parte delle altre divinità celtiche, compare già nel periodo celtico preromano. La prima immagine conosciuta è l'incisione rupestre di Paspardo, si trova in Val Camonica, risalente al IV sec. a.C., in questa figura un dio con le corna da cervo, indossa un torquis ad ogni braccio ed è presente anche un serpente con corna d'ariete e da un piccolo devoto col pene eretto. Sul Calderone di Gundestrup, databile al II - I sec. a.C., Cernunnos ha le gambe incrociate, due torques e corna di cervo; è affiancato da un cervo, un serpente con corna d'ariete e diversi altri animali.
Quindi, già a partire dall'epoca preromana, è possibile riscontrare delle connessioni con derminati simboli (il cervo, il serpente con le corna d'ariete, i torques e la fertilità) che si manifesteranno poi chiaramente nelle immagini comuni del mondo romano-celtico.
In Britannia due sono le raffigurazioni del dio con corna di cervo che suscitano maggior interesse. La prima, da Cirencester, è un piccolo rilievo del dio, che al posto delle gambe ha due grandi serpenti con corna d'ariete che alzano la testa e mostrano la lingua, vicino a due borse piene di monete ai due lati del dio. La seconda si trova su una moneta d'argento celtica (scoperta a Petersfield, nell' Hampshire, databile intorno al 20 d.C.); essa mostra sul retro la testa di un personaggio con corna di cervo e fra queste vi è una ruota solare.
Nelle raffigurazioni rinvenute in Gallia viene presentato il simbolismo più sorprendente poichè in queste il dio è il signore degli animali (come sul Calderone di Gundestrump) e divinità della fertilità, dell'abbondaza e della rigenerazione. Basandoci sulla distribuzione geografica, possiamo dire che Cernunnos era più popolare nella Gallia centro-nord, d'altro canto era venerato anche nella regione del Charente della Francia occidentale, a Saintes e in Britannia.
Su un rilievo di Sommerècourt (Haute-Marne), il dio è ritratto mentre nutre da una scodella di pappa d'avena che ha in grembo un serpente con corna d'ariete; sul capo vi sono dei buchi per poter inserire delle corna di cervo (reali o di metallo).
L'immagine si rirpropone a Etang-sur-Arroux in Borgogna su una statuetta di bronzo, che presenta l'aggiunta di due teste attaccate a quella centrale del dio. Con questo particolare Cernunnos viene collegato a quel gruppo caratteristico di figure a tre teste o a tre facce comuni tra i Remi e altrove. Cernunnos viene associato al simbolismo del numero tre in altre parti della Borgogna: a Beaune il dio, pur non mostrando lui stesso segni di triplicità, è affiancato in un rilievo su pietra da una figura con tre facce, mentre non distante, a Nuits-Saint Georges ha tre facce. In entrambi i monumenti è il simbolo della fertilità a essere dominante. La presenza di corna staccabili fa presumere probabilmente un rituale stagionale, secondo il quale le corna venivano inserite o rimosse ad imitazione della crescita primaverile e della caduta autunnale di quelle del cervo.
Nella stessa Gallia vi sono altre immagini che rafforzano il legame del dio con gli animali sia con il simbolismo dell'abbondanza: su un rilievo a Reims, Cernunnos appare seduto a gambe incrociate, al suo fianco appaiono le figure di Apollo e Mercurio. Dalla sacca che ha in grembo fuoriescono chicchi di grano o monete, mangiati dal cervo e dal toro che sono ai suoi piedi; un topo acquattato sul timpano sopra la sua testa indica forse il legame del dio con l'oltretomba.
Cernunnos è uno degli esempi più singolari di divinità celtica semi-zoomorfa, così straordinariamente affine agli esseri che passano magicamente dalla forma umana a quella animale comeni nella lettaratura in vernacolo. C'è un forte legame con il cervo e questo è confermato dall'adozione delle corna ramificate e, a volte, degli zoccoli e delle orecchie di questo animale. Un altro animale che spesso affianca Cernunnos è il serpente, spesso con corna d'ariete, che si avvolge intorno al suo corpo, mangia dalla sua mano e a Cirencenster, si fonde con la stessa immagine del dio. Il cervo è un animale dei boschi, veloce e sessualmente aggressivo mentre il serpente era simbolo di rinnovamento e di rigenerazione. In molte raffigurazioni Cernunnos appare con le vesti del dio dell'abbondanza e della fertilità, con frutta, cornucopie, scodelle piene di soldi o di grano. Per la sua posizione spesso raffigurata a gambe incrociate, si può supporre che fosse vicino alla gente comune: gli autori classici annotarono infatti che, generalmente, i Galli sedevano per terra.
Infine, Cernunnos era soprattutto signore degli animali. Oltre al cervo e al serpente, egli è spesso ritratto in compagnia di animali diversi, selvaggi e domestici, ad esaltazione del suo simbolismo di dio della natura selvaggia e di quella domata, della fecondità e della benevolenza nei confronti di ogni creatura. Il suo intimo rapporto con il mondo animale è evidenziato innanzitutto dalla sua stessa immagine di uomo-dio e bestia.
fonte: celtiworld
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