Il pantheon religioso mesoamericano si presenta estremamente vasto e complesso. Per i popoli precolombiani ogni cosa, ogni elemento del cosmo – la terra su cui vivono gli uomini, il sole, la luna e le stelle e tutto ciò che fa parte della natura, gli animali, le piante, l’acqua e le montagne – erano “divini” e rappresentavano altrettante espressioni del soprannaturale.
A partire dal periodo Preclassico, presso tutte le culture mesoamericane presero forma culti legati ad alcuni aspetti degli elementi naturali, la cui traccia è rimasta nell’iconografia di cui sono permeate le diverse espressioni artistiche.
Oltre al culto del Giaguaro, diffuso in tutta la mesoamerica, uno dei più importanti era il culto della Giada: questa pietra, con il suo colore verde translucido, era venerata insieme all’acqua come simbolo di vita e di fertilità. Anche in Cina la giada è venerata per gli stessi motivi.
Un altro culto antichissimo era quello della Montagna e delle Caverne: le grandi maschere con le fauci spalancate e dalle sembianze mostruose, di pietra o di proprio gli antri sui fianchi dei monti, misteriosi accessi alle viscere della Madre Terra e alle vie oscure che conducevano all’Inframondo, il regno dei morti chiamato XIBALBA’ nel sacro testo del POPOL VUH.
Il Dio creatore comune a molte culture del mesoamerica , incarnava il concetto di dualismo, cioè di essere soprannaturale dalla duplice essenza, positiva – negativa, maschile – femminile.
Come presso tanti popoli antichi, una speciale venerazione era rivolta al Dio Sole, rappresentante l’astro della vita e della luce.
I Maya lo chiamavano KINICH AHAU (Il Signore dagli occhi di sole), di cui il dio Giaguaro rappresentava il corrispettivo notturno.
Il sole degli Atzechi e dei Tolteci era TONAIUTH, raffigurato con la testa sormontata da un’aquila, simbolo di potere, e dal disco solare emanante raggi.
Accanto alla divinità maschile del sole vi era il corrispettivo femminile, simbolo della luna.
Per i Maya del Periodo Classico, l’immagine relativa a questo culto era quella di una giovane donna, simbolo dell’astro nella sua fase crescente, a cavalcioni di un quarto di luna, con un coniglio tra le braccia.
Anche nei codici mixtechi e aztechi questo corpo celeste viene raffigurato associato al coniglio: le genti mesoamericane ritenevano, infatti, che osservando la superficie butterata del satellite vi si potesse distinguere chiaramente la forma di tale animale.
Durante il postclassico l’iconografia della giovane dea scomparve e, secondo alcuni studiosi, il Culto della Luna fu assorbito dalla “Dea Anziana” IXCEL, custode della medicina e della fertilità femminile.
La corrispondente azteca era forse COYALXAHUQUI, anche se l’identificazione rimane incerta.
Antico Messico _ Le grandi civiltà del passato _ Maria Longhena _ White Star Edizioni
A partire dal periodo Preclassico, presso tutte le culture mesoamericane presero forma culti legati ad alcuni aspetti degli elementi naturali, la cui traccia è rimasta nell’iconografia di cui sono permeate le diverse espressioni artistiche.
Oltre al culto del Giaguaro, diffuso in tutta la mesoamerica, uno dei più importanti era il culto della Giada: questa pietra, con il suo colore verde translucido, era venerata insieme all’acqua come simbolo di vita e di fertilità. Anche in Cina la giada è venerata per gli stessi motivi.
Un altro culto antichissimo era quello della Montagna e delle Caverne: le grandi maschere con le fauci spalancate e dalle sembianze mostruose, di pietra o di proprio gli antri sui fianchi dei monti, misteriosi accessi alle viscere della Madre Terra e alle vie oscure che conducevano all’Inframondo, il regno dei morti chiamato XIBALBA’ nel sacro testo del POPOL VUH.
Il Dio creatore comune a molte culture del mesoamerica , incarnava il concetto di dualismo, cioè di essere soprannaturale dalla duplice essenza, positiva – negativa, maschile – femminile.
Come presso tanti popoli antichi, una speciale venerazione era rivolta al Dio Sole, rappresentante l’astro della vita e della luce.
I Maya lo chiamavano KINICH AHAU (Il Signore dagli occhi di sole), di cui il dio Giaguaro rappresentava il corrispettivo notturno.
Il sole degli Atzechi e dei Tolteci era TONAIUTH, raffigurato con la testa sormontata da un’aquila, simbolo di potere, e dal disco solare emanante raggi.
Accanto alla divinità maschile del sole vi era il corrispettivo femminile, simbolo della luna.
Per i Maya del Periodo Classico, l’immagine relativa a questo culto era quella di una giovane donna, simbolo dell’astro nella sua fase crescente, a cavalcioni di un quarto di luna, con un coniglio tra le braccia.
Anche nei codici mixtechi e aztechi questo corpo celeste viene raffigurato associato al coniglio: le genti mesoamericane ritenevano, infatti, che osservando la superficie butterata del satellite vi si potesse distinguere chiaramente la forma di tale animale.
Durante il postclassico l’iconografia della giovane dea scomparve e, secondo alcuni studiosi, il Culto della Luna fu assorbito dalla “Dea Anziana” IXCEL, custode della medicina e della fertilità femminile.
La corrispondente azteca era forse COYALXAHUQUI, anche se l’identificazione rimane incerta.
Antico Messico _ Le grandi civiltà del passato _ Maria Longhena _ White Star Edizioni
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