fonte: wikipedia
I Lakota (anche Nakota, Dakota o Teton; pronuncia laˈkˣota) erano una tribù di nativi americani.
Essa era formata da sette tribù e parlavano la lingua lakota, uno dei tre maggiori dialetti della lingua sioux.
I Lakota erano i più a ovest dei tre gruppi Sioux; occupavano il Dakota del Nord e il Dakota del Sud. Le sette tribù dei Lakota erano: Brulè, Oglala, Sans Arcs, Hunkpapa, Minneconjou, Piedi neri e Two Kettles.
Oglala Sioux
Gli Oglala erano una delle sette tribù Lakota che abitava le Grandi Pianure. Il nome significa "coloro che si disperdono".
Storia
Provenienti dalle pianure boscose del Minnesota nel secolo XVI, successivamente si spostarono gradualmente verso ovest, per finire ad abitare nelle regioni tra il Montana e il confine sud del Canada, dagli inizi del XIX secolo. Questo territorio era spesso conteso ai Crow, popolazione nativa americana che si era stanziata nelle vicine regioni del nord-ovest.
I conflitti tra gli Oglala e il governo statunitense iniziarono ad accendersi a partire dalla metà del 1800, con l'apertura da parte degli Stati Uniti del "sentiero di Bozeman", che attraversava il territorio lakota e faceva fuggire i bisonti, fonte essenziale di cibo e vestiario nella vita dei nativi nord-americani.
A partire dalla fine degli anni '60 del XIX secolo, e comunque dopo la guerra di secessione americana, il governo di Washington ebbe a disposizione un maggior numero di uomini da inviare nel "lontano Ovest", aumentando le dimensioni del conflitto tra nativi e statunitensi. Le battaglie tra i due schieramenti erano necessariamente un "tocca e fuggi" da parte dei primi, che per inferiorità numerica e tecnologica, non avevano speranze di vittoria in campo aperto.
Proprio in questi anni di guerre emerge una figura leggendaria tra i nativi: Cavallo Pazzo (Tashunka Witko), guerriero carismatico ed umile cui gli Oglala portavano grande rispetto. L'apice del conflitto tra la popolazione dei nativi nord-americani e l'esercito americano venne raggiunto nella metà degli anni '70, e in particolar modo nel 1876, con la battaglia del Little Bighorn, in cui il 7° Cavalleggeri venne sconfitto da 2500-3000 guerrieri Lakota, Cheyenne e Arapaho. In questa battaglia trovò la morte George Armstrong Custer, Tenente Generale che aveva il comando della forza di cavalleria che aveva l'obiettivo di eliminare i nativi ostili.
Dopo la battaglia di Little Big Horn, il 25 giugno 1876, le difficoltà di resistere allo stile di vita nomade si fecero maggiori, a causa di un inverno particolarmente freddo e delle continue incursioni delle giubbe blu, il cui numero era sempre maggiore, a causa della volontà del presidente Ulysses S. Grant di porre fine alla guerriglia dei nativi una volta per tutte. Infine il tradimento di Piccolo Grande Uomo mise fine al sogno oglala di tornare alla vita libera e scappare dalle riserve: Piccolo Grande Uomo, il migliore amico di Cavallo Pazzo, abbandonò la resistenza oglala per arruolarsi tra le giubbe blu, dove ai nativi venivano offerte le comodità tipiche della vita sedentaria, in cambio della fedeltà al governo di Washington.
Il 5 settembre Cavallo Pazzo decise di arrendersi, e con la sua gente andò a Fort Robinson, Nebraska. Mentre veniva condotto in cella, ebbe un moti di ribellione e cercò di divincolarsi dalla presa dei soldati. Piccolo Grande Uomo lo trattenne per le braccia ed un altro soldato lo trafisse con la baionetta.
Con la morte di Cavallo Pazzo si conclude la resistenza oglala al governo americano, ed ancora oggi gli Oglala vivono nelle riserve assegnate loro dal governo statunitense (come ad esempio Pine Ridge).
Massacro di Wounded Knee
Obiettivo Indiani
Data 29 dicembre 1890
Morti 144
Compiuto da Soldati americani
Motivazione Rivolta indiana
Il Massacro di Wounded Knee è il nome con cui è passato alla storia un eccidio di Sioux da parte dell'esercito degli Stati Uniti d'America commesso il 29 dicembre 1890.
In quella data alcune centinaia di Sioux Teton, seguaci del predicatore Wovoca e praticanti la danza degli spiriti (Ghost Dance) fuggirono dalla riserva di Pine Ridge (in South Dakota) per raccogliersi intorno al moribondo capo Big Foot.
Essi credevano che ballando la Ghost Dance sarebbero stati immuni dai proiettili dei bianchi e che, presto sarebbero tornati i tempi del bisonte.
Circondati dalle truppe del settimo reggimento cavalleggeri armato con le mitragliatrici Hotchkiss, che intendeva riportarli indietro, si arresero, ma, a causa di uno sparo, l'esercito aprì il fuoco sull'accampamento.
Durante la primavera successiva, quando le condizioni climatiche permisero all'esercito di tornare sul luogo a seppellire i morti in una fossa comune su cui venne poi eretto un monumento ad eterna memoria, se ne contarono 144, di cui 44 donne e 16 bambini.
Alcuni indiani furono portati via il giorno dopo, pietrificati, ed ammassati in una chiesetta ove (per gli addobbi natalizi) si poteva leggere la scritta:
« Pace agli uomini di buona volontà. »
A Wounded Knee, sul cartello verde dove si può leggere la storia del Massacro, è riportata la scritta: Massacre of Wounded Knee.
Guardando attentamente si nota che la scritta Massacre è stata aggiunta sopra la vecchia scritta Battle in quanto all'inizio a questa strage venne dato il nome di battaglia di Wounded Knee e, spesso, viene tuttora riportata e ricordata come ultimo scontro armato tra nativi e Governo.
Musica e letteratura
Sia autori letterari sia compositori musicali hanno realizzato opere che, in qualche passaggio o nella loro interezza, citano o trattano di questo massacro che è sicuramente uno dei maggiori compiuti contro i nativi americani durante le guerre per la conquista dei loro territori.
Si ricordano qui:
la canzone Ghost dance, di Robbie Robertson e The Red Road Ensemble
la canzone Hoka Hey, di Davide Van De Sfroos
la canzone Gringo '91 e Gringo '94, di Luciano Ligabue
la canzone Wounded Knee 1890, di Sköll
la canzone All Are Equal For The Law dei Banda Bassotti
il romanzo Seppellite il mio cuore a Wounded Knee di Dee Brown
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