Il gatto, sia maschio che femmina e soprattutto se è nero, è considerato uno dei principali animali magici. A questo proposito, viene ribadito spesso come debba raggiungere una determinata età prima di sviluppare la propria natura demoniaca, di solito sette, nove, o addirittura venti anni. Trascorso questo tempo, non era più prudente tenerlo in casa, perché, stando a quanto si diceva, poteva nuocere ai suoi abitanti.
Alla metà del XIX secolo, in Boemia, si narrava la vicenda di un'anziana donna che possedeva un gatto nero al quale era molto affezionata. Raggiunto il settimo anno d'età, l'animale cominciò a sparire per periodi di tempo sempre più lunghi, e un bel giorno non fece più ritorno. Allora la donna si mise alla sua ricerca, e infine lo trovò in una capanna che sorgeva nel folto di un bosco, intento a danzare in compagnia di un gruppo di suoi pari. Quando fu di nuovo a casa, la vecchia provò a picchiarlo, ma il gatto le saltò sulle spalle e la colpì sul viso con le zampe finché mofi. «Poi il gatto scappò e nessuno lo rivide più.
Le vicine dicono che sia diventato una strega.
In molte zone della Germania, si consigliava di non lasciare mai un bambino da solo con un gatto, a prescindere dall'età dell'animale. Ancora più funesto era ingoiare inavvertitamente peli di gatto, perché in tal caso la tubercolosi o la tisi non avrebbero tardato ad abbattersi sul malcapitato. Una delle facoltà delle streghe universalmente nota era la loro capacità di tramutarsi in animali, primi fra tutti i gatti. Un'antica credenza, saldamente radicata nell'immaginario collettivo, rivela con quale frequenza questa affermazione ricorresse durante i processi alle streghe.
Di giorno i gatti stregati erano innocui, ma al calar della sera era meglio non fidarsi di loro. Nella Svevia si affermava che:
«Di notte non si deve gettare un sasso contro un gatto, chi lo fa si ritroverà immediatamente circondato da un gran numero di felini, che non lo lasceranno più andare via. I gatti fasulli ( le streghe ) si riconoscono dalla coda molto lunga e folta». Da ogni paese d'Europa sono tramandati aneddoti su come, di notte, fosse stato colpito un gatto, e il giorno dopo un essere umano, il più delle volte una donna, mostrasse una ferita nello stesso punto, Plemento che ovviamente permetteva di riconoscere seduta stante la strega o lo stregone.
Una leggenda pomerana narra la vicenda della moglie di un mugnaio e del suo potere di effettuare metamorfosi. Una sera il garzone si recò in cortile per prendere della legna.
Stava togliendo alcuni ciocchi dalla catasta, quando vide un gatto, ct aveva appoggiato le zampe sulla legna e gli impediva di prenderla.
«Togli le zampe di lì! », intimò il garzone, ma l'animale non ubbidi. Il ragazzo allora lo colpì con una scure affilata e gli mozzò una zampa. In quello stesso istante il gatto svanì, e in terra, al posto della zampa, c'era un dito al quale era infilata una fede, e il nome inciso all'interno altro non era che queli della mugnaia.
Le streghe, però, non si limitavano a tramutarsi in gatti, ben sì pare che si servissero di loro anche per raggiungere i luoghi dove si tenevano i loro consessi. A causa dell'immane fatica a cui veniva sottoposto, di solito l'animale si ammalava e iniziava a deperire. Per liberarlo da questa maledizione, il capofamiglia doveva amputargli un pezzetto di orecchio o di coda, così il gatto sarebbe diventato " inabile alla cavalcata" e avrebbe iniziato a ristabilirsi progressivamente.
( tratto dal " Piccolo Dizionario delle Streghe " di D. e G. Bandini - Ed. Newton )
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