11 settembre, torri a parte



Nel 1981 nacque la sola cugina che abbia, in mezzo a tanti maschi e questo giorno è per me innanzitutto il suo compleanno e lei ieri ha avuto il dono di una bimba, Matilda, la seconda figlia, ha già Tommaso di 2 anni.

Ecco, questo è l'11 settembre per me.

Dopo, molto, molto, molto dopo anche le torri gemelle e le migliaia e migliaia di morti, di famiglie distrutte, di dolore che non si cancellerà più.
E molte chiacchiere vane di genete inutile che si fregerà del titolo usurpato di giornalista e di cronista e scriverà pezzi inutili ridondanti sentimentalismo e patriottismo a senso unico.
Premetto che non posso e non voglio e non lo farò mai, giustificare un atto del genere. La morte di un solo essere umano è un delitto aberrante.
Ma vorrei che gli USA se ne stessero a casa loro, senza portare morte e distruzione (= libertà) con fucili e carri armati per depredare di petrolio questi stati arabi e far riprendere fiato alla sola industria ancora viva che abbiano, quella bellica.
Almeno per rispetto di tutti quei ragazzi morti inutilmente su un fronte voluto da giochi politici ammantati da bugie troppo grosse per resistere più in là della solita ovvia propaganda (la libertà dei popoli, le armi chimiche, la distruzione di massa...).
Il loro delirio di onnipotenza che li fa ritenere a torto padroni e arbitri del mondo e del suo destino creerà sempre più sconquassi e l'Europa non sogna nemmeno di opporsi con una buona politica estera, perché diciamocelo, l'Europa non esiste come tale ma come singoli stati.

Ecco, l'11 settembre per me.
Riposino in pace i morti, di qualunque colore, religione, nazionalità e credo politico.

Per il resto, basta con le commemorazioni commerciali e avvilenti.

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