Finora credevo che fosse una teoria da mistico medioevale, qualcosa buono per gli asceti, perché nella vita di ogni giorno è quasi impossibile.
Ora mi rendo conto che non solo è necessario, ma ne faccio spesso esperienza al contrario.
Davvero è saggezza il detto popolare che gli occhi sono la finestra dell'anima, la porta attraverso la quale tutto si riversa nel cuore.
La sensualità, specialmente.
Esprime molto più passione e desiderio uno sguardo che qualunque manifestazione fisica.
Attraverso gli occhi non solo comrpendo e sondo l'intimità di chi mi è di fronte, ma permetto all'altro di fare altrettanto con me.
Fatta oggi l'esperienza sulla mia pelle.
E non mi piace.
Mi sento nuda, esposta.
Ciò che di più intimo è dentro di me appartiene a me, a me soltanto. Non mi va di condividerlo con nessun altro che non sia in grado di comprenderlo, amarlo, rispettarlo e custodirlo.
E ne esiste solo Uno così.
Ma com'è che gira che ti rigira finisco sempre a Lui?
E' come una calamita, per me.
Finora ho faticato da pazzi, stile salmone contro corrente, per tenerlo lontano da me.
Ora lascio che la corrente che mi attrae verso di Lui mi trascini via con sè senza ostacoli che quelli che può frapporre la mia limitatezza umana, le ferite da curare, la mia convalescenza spirituale per la quale forse non basterà una vita.
Ma che me ne importa? Son qui, non è una gara.
Voglio solo arrivare a vederlo.
E per vedere Lui occorre che impari a custodire gli occhi.
Decisamente.
Commenti