Mi piace pensare che tutto passa, che tutto si sistema e che il dolore e la fatica quotidiani non sono che tasselli nel tempo, posti a supporto e fondamento di una vita intera.
Non è qualunquismo, ma credete, bastano una trentina di secondi perché la vostra vita cambi per sempre in modo irreversibile. E niente sarà più come prima, niente e nessuno potrà farci nulla e per quanto vi aiuteranno, per quanto vi saranno vicini o prossimi gli altri, niente tornerà ad essere com'era. E non ce n'è per nessuno, inutile dire che poteva andar peggio, che in fondo ci si deve ritenere fortunati (nel mio caso miracolati) a stare come si sta... Si apre nell'anima una voragine che rimarrà sempre lì, aperta. Costruiteci pure sopra, lei starà lì fino alla fine di questa vostra vita.
Così io ho imparato, anche se faccio fatica ancora, a dividere la vita in giorni, i giorni in ore, le ore in istanti, tutto frantumato e sminuzzato pesa di meno sulla pelle del cuore troppo sottile per gravarsi ancora di affanni che uccidono al solo pensarli.
Mi piace pensare che tra poco sarà Halloween e le mie bimbe avranno un'occasione in più per ridere, che io devo sbrigarmi a confezionare i loro grembiuli zucca (ho comperato il feltro da un mese e mezzo, asina che sono....), che poi avremo una casa, non nostra e temporanea, come tutti continuano a ripeterci di continuo per paura che la nostra mente possa ritrovare un po' di equilibrio (come se fosse possibile passare anche un solo istante senza la consapevolezza che il sisma c'era, c'è e ci sarà), che la prossima estate me ne vado in Trentino e chi se ne importa delle conseguenze, che il prossimo Samhain magari lo festeggio soltanto con le persone che amo (la mia famiglia, Argantina mia bella e magari qualcun'altra dell'Isola)...
Mi piace pensare che ci sarà ancora un poi.
Anche se questo poi è una manciata di secondi.
La vita è un dono che riceviamo e che facciamo, mai gratuito, si paga sempre con impegno, volontà e dedizione.
E c'è solo una cosa che ho imparato dalla nostra tragedia: non c'è niente, ma proprio niente per cui valga la pena di morire, c'è poco per cui valga vivere e quel poco non è mai quello per cui ci affanniamo come pazzi tutti i giorni.
Commenti
Le tue parole sono vere e giuste ma un po' amare perchè ci danno misura della "lontananza" delle nostre esperienze e di quanto possano sembrarti superficiali i nostri incoraggiamenti e i nostri abbracci.
Ciao e ... un abbraccio comunque, Daniela
è inevitabile affannarci ?
Ho lasciato un piccolo saluto per tutte le "streghe" che conosco sul mio blog!!!
Baci, Elena.