Sogni e bisogni, il mio leit motiv di questo periodo, sogno di andarmene via e ho bisogno di sognarlo e di pensare che così sarà. Mio marito è restio, non si tratta solo delle sue radici che affondano qui nella sua terra, ma ha paura che si possa ritrovare senza lavoro, qui è "certo", altrove chissà? A me importa poco, io so che me ne andrò, tra un anno, quando l'estate tornerà, perché non c'è alcun bisogno di restare, non voglio che la pena mi consumi lentamente, in una casa di legno tra le macerie di una vita che ci vorrà un ventennio a ricostruire, per trenta maledetti secondi di rabbia infernale che tutto ha spazzato via.
Le mie figlie, ovviamente, verranno con me. Ovviamente. Non possono stare senza di me, nè io senza di loro, mio marito lo capirà. Meglio per lui se lo farà. Amo profondamente tutti coloro che sono i miei cari, ma la mia vita, dacché non è più mia, ha oneri pesanti da assolvere, quindi non posso permettermi cedimenti, non più di quanto possa permettermi di chiudere gli occhi per riposare.
Non è ancora tempo. Non ancora.
Un cedimento ogni tanto lungo la strada è cosa normale. Ieri sera non riuscivo a prendere sonno, troppi pensieri, così ho finito per piangere al buio, in silenzio, come tutte le donne. Fa niente.
Ora so solo che sto vivendo una vita che è mia solo in parte. Lo sai dal momento che metti al mondo un figlio, lo sai dal momento che ti sposi, lo sai se vivi senza egoismo.
A volte credo di essere troppo protesa in avanti, c'è stato un periodo in cui ero ripiegata su me stessa e mi si incitava a uscire dal guscio entro il quale la paura e il dolore mi avevano rinchiuso, ora, al contrario, io non esisto più, sbriciolata e ricomposta nei volti e nelle vite di chi mi è accanto.
Forse non va bene nemmeno così, ma mi rendo conto, ora come allora, che non posso farci nulla.
Non molto, a dire il vero.
Sogno il Trentino, luogo dell'anima. Lo sogno per molte ragioni. Forse ho necessariamente bisogno di saltare da un trampolino nel vuoto senza rete a salvarmi, sotto, senza essere "abbastanza" vicino a casa, come in Toscana, solo 5 ore di macchina, da poter tornare quando voglio.
Perché il giorno che me ne andrò, in fondo, non vorrò tornare. Per molto tempo.
Tutto il tempo che occorrerà per costruire, di nuovo, una vita.
Tra dieci anni sarò una donna fuori corsa per moltissime cose.
Mi è rimasto un soffio di vento per costuire ancora qualcosa.
Il resto, che avevo, l'ho perduto, assieme a brandelli di carne.
Ora sono stanca di pensare a quello che potrebbe o non potrebbe ferire, turbare, ledere la sensibilità e i desideri altrui.
Se qualcuno mi ama davvero, dovrà metterlo in conto, di continuare a vivere con me.
Altrimenti, farò senza.
La mia via è già tracciata.
Anche se bisogna fare attenzione, perché, come dice Bilbo Baggins al nipote Frodo, ne "Il Signore degli Anelli", quando metti i piedi fuori l'uscio non sai dove la via ti porterà.
Fisicamente lo so, per il resto... che sia. Sono così stanca.
Voglio solo vivere.
Non è ancora tempo di rinunciare.
Non ancora.
Commenti
Vanda
per il lavoro di F.: anche dalle altri parti la gente lavora, mica solo lì. Credo che il lavoro sia solo una scusa, e d'altronde se forse tu tendi a rincorrere i tuoi sogni, lui tende a nascondersi in terra. Trovare un equilibrio credo sia la cosa migliore per entrambi.
P.S.: ora sò perchè stanotte non ho dormito.
Hihihiihihi
Ti abbraccio forte forte,
Elena.
Vola via mia cara dolce farfalla!Le tue ali ora sono abbastanza forti da spiccare il volo!Hai bisogno di vivere ancora..............
Elena